La fine del mondo

Ho sentito parlare
della fine del mondo.
Se quel giorno è vicino
come mi viene detto
potrei anche non vedere
finire il capitale:
anche della sua fine
ho sentito parlare.
Il giorno della fine
del mondo me ne vado
a fare colazione
sul tavolo, in cucina,
con l'ultimo giornale
che titola "Dio Porco!",
poi vado a fare un giro
in internet, cercando
i migliori concerti
del fine settimana:
non pare che coincida
con la fine del mondo.
Mi faccio una domanda
e dopo vado a capo.


Ho sentito parlare
della fine del mondo.
Pare sia come quando
ti schiaccia un autotreno,
solo che al funerale
non ci sarà nessuno,
non ti risarciranno,
non porteranno fiori.
Il giorno della fine
del mondo me ne vado
a fare il lavapiatti
per tutti i ricchi pazzi
che vorranno morire
mangiando capesante,
così da farmi i soldi
per pagare l'affitto:
quei centottanta euro
prescritti a fine mese.
Ho sentito parlare
anche di fine mese,
non pare che coincida
con la fine del mondo,
la differenza pare
che sia di dieci giorni.


Ho sentito parlare
della fine del mondo,
d'altronde tutto quanto
finisce, prima o dopo,
e non c'è funerale,
e non succede niente,
qualcosa, da altre parti,
esisterà senz'altro.
Il giorno della fine
del mondo me ne vado
a piedi al Monteclaro
per cibare le ochette,
poi mi stravacco al sole
malato di Dicembre
contando steli d'erba,
cercando nubi strane,
magari porto pure
i libri per l'esame.
Ho sentito parlare
persino della laurea,
non pare che coincida
con la fine del mondo,
comunque non è chiesto
nel programma del corso.


Ho sentito parlare
della fine del mondo.
La vuole tanta gente,
che sia l'avvenimento
per cui dimenticare
la morte di Woytila,
o l'undici settembre,
la botta più totale.
Il giorno della fine
del mondo me ne resto
a casa mia a guardare
Sentenza, Biondo e Tuco
dare caccia al tesoro,
con qualche birra in frigo.
Mangio una pastasciutta,
vado a dormire presto,
sperando che il casino
giù in strada non mi svegli.
Ho sentito parlare
della fine del sonno,
non pare che coincida
con la fine del mondo,
a meno che la sveglia
non sia puntata bene.


Ho sentito parlare
della fine del mondo.
Se arriva così presto
come qualcuno dice,
potrei non fare in tempo
a diventar migliore.
Pare che sia un dovere,
me ne dispiaccio tanto.
Il giorno della fine
del mondo me ne vado
in piazza a protestare
contro l'apocalisse,
raccogliere le firme
per una petizione
da mandare ai governi
e alle nazioni unite:
se non ascolteranno,
allora sarà guerra.
Ho sentito parlare
di guerra, qualche volta,
non pare che coincida
con la fine del mondo,
ma non stona di certo
come accompagnamento.

Ho sentito parlare
della fine del mondo,
ma non ho ben capito
come debba avvenire,
se con un meteorite,
la guerra nucleare,
tempeste planetarie,
complotti dei massoni.
Il giorno della fine
del mondo me ne vado
a ricostituire
l'ordine dei templari
per cercare Eldorado
e far cerchi nel grano,
tirar su monoliti
con un amico alieno
per farci due risate
su chi ne cerca il senso.
Ho sentito parlare
di un senso, qualche volta,
non pare che coincida
con la fine del mondo,
anche se  a qualcheduno
potrà sembrare strano.

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